Articolo di Annapaola Digiuseppe per Classicult.it
Che Toto corde di Maria Grazia Palazzo (Edizioni La Vita Felice, 2020) sia una raccolta poetica scritta con tutto il cuore, non lo attesta solo il titolo. Le tracce di questo totale trasporto emotivo, del resto, sono già anticipate da alcuni indizi evidenti ad apertura dell’opera: la copertina, che riporta un acrilico su tela di Amit, figlio dell’autrice, e la dedica alle persone più care: la sorella e i fratelli.
Ma è addentrandosi nella lettura dei brani che si rivela il completo coinvolgimento dell’autrice, che riporta, passo dopo passo, senza indugi se non quelli legati ai tempi della sua profonda riflessione, il suo essere donna, figlia, madre, sorella, professionista.
Ed è così che viene interamente a galla, anche, il suo essere fragile e forte, sconfitta e vincente, vulnerabile e inattaccabile, indifesa e guerriera. Allo stesso tempo.
L’autrice è presente in ogni sua sfumatura e con tutta la sua passione, ma tale passione non si traduce mai in scrittura di getto, scrittura imponderata, scrittura di superficie. La sua penna è costantemente guidata da un controllo sapiente, consapevole, da un certosino lavoro di trasformazione dell’impulso – che pure è alla base – in linguaggio elaborato, meditato, colto.
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